Un viaggio alla scoperta degli automobilisti di domani: Teatro for Dayz per condividere

 

Nativi Digitali: questo il nome dato alla generazione che sta per raggiungere l’età della patente. Cresciuti nell’era di Internet, connessi 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, questi giovani hanno un modo di relazionarsi con i propri amici, le informazioni e la tecnologia che i loro genitori non avrebbero mai potuto nemmeno immaginare.

 

Nissan, nel corso della ricerca per indagare i loro interessi e le loro inclinazioni come futuri automobilisti, ha coniato un termine per descrive questa generazione: “share nativess”.

 

Sono loro i futuri cliente dell’industria automobilistica. Ma che tipo di auto desidereranno? Vorranno un’automobile? Un concept d’avanguardia come Teatro for Dayz di Nissan, presentato al Tokio Motor Show 2015, mette le basi per comprendere il futuro e le aspettative degli share nativess.

 

Gli Share nativess non hanno mai conosciuto un mondo senza Internet

 

Internet ha raggiunto lo stadio di utilizzo di massa in momenti differenti da nazione a nazione. In Giappone, ad esempio, nel 1998 a utilizzare Internet era ancora solo il 13,4% della popolazione. Nel 2003, questa percentuale era cresciuta fino a raggiungere il 64,3%: appena l’inizio della generazione degli share natives.

 

Le connessioni Internet casalinghe hanno cambiato il modo di giocare ai videogiochi di questa generazione. In ambito videogames, negli anni novanta i dispositivi portatili e i giochi 3D hanno fatto furore.

 

Poi Internet a banda larga ha stravolto ogni cosa, rendendo possibile giocare con persone che si trovavano in un’altra città o addirittura in un altro paese. Giocare è diventato sinonimo di connettersi e la distinzione tra amici ed estranei con interessi in comune è cominciata a diminuire.

 

Parallelamente a Internet e altrettanto velocemente si sono diffusi ovunque i telefoni cellulari. Nel 1999 i cosiddetti telefonini erano già appannaggio del 67,7% della popolazione. Quattro anni dopo si era già al 94,4%. Gli smartphone hanno avuto una diffusione ancor più rapida, passando dal 9,7% del 2010 al 62,6% del 2013.

 

Con la rapida evoluzione dei telefonini, passati rapidamente da oggetto riservato agli adulti a strumento a disposizione anche dei più piccoli, gli share natives hanno saltato a piè pari la fase in cui si utilizzava il telefono e il computer di casa per passare direttamente a strumenti di connessione personali e a tempo pieno. Oggi Blog e social network sono divenuti parte della vita quotidiana. Mentre gli adulti scrivono post sui loro Desktop, gli share natives usano i loro dispositivi mobile per postare le proprie foto e condividere esperienze sui social.

 

La condivisione oltrepassa i confini

 

La più grande differenza tra gli share nativess e la generazione precedente è tutta nel rapporto con l’informazione. Le generazioni precedenti ricevevano informazioni attraverso i media tradizionali, come TV e stampa. L’esperienza era dall’alto al basso e unidirezionale. Internet ha trasformato le informazioni in qualcosa che la gente cerca. Siamo nell’ambito dell’interazione ed è l’utente ad avere il controllo. Per gli share natives, cercare le informazioni è naturale. 

 

Internet è un oceano sconfinato e straripante di informazioni. Gli share nativess si sentono a casa in questo ambiente, muovendosi con naturalezza da un posto all’altro, scoprendo in continuazione cose nuove e trovando soddisfazione alla loro curiosità. La gran parte delle informazioni è gratuita, così il problema dei costi si pone raramente. Eppure in questo mare magnum di informazioni non è facile trovare esattamente quello che si sta cercando. Per questo motivo gli share natives con interessi simili si connettono tra loro, a prescindere dal fatto di essere amici nella vita reale o di conoscersi solamente online. Gli share natives non hanno alcun problema a gestire relazioni che esistono solo in rete.

 

Al giorno d’oggi le informazioni vengono condivise in tempo reale e le informazioni condivise con una persona, possono velocemente essere condivise nuovamente con altre persone. I nativi digitali non hanno alcun problema a ricevere informazioni da sconosciuti o a condividere i post dei loro amici. 

 

Per comunicare sensazioni reali non servono parole

 

Per gli share natives,  connettersi e condividere è parte della vita quotidiana. Gli smartphone rendono queste esperienze ancora più immediate.

 

Fin dall’infanzia, gli share natives hanno avuto occasione di utilizzare dispositivi digitali portatili. Di conseguenza, il loro modo di comunicare è spesso telegrafico. Con una solo parola o un emoticon spesso dicono tutto. I loro acronimi, le loro abbreviazioni e i simboli che utilizzano cambiano in continuazione, rendendoli indecifrabili per le generazioni precedenti. Armati dei loro smartphone, gli share natives possono comunicare un’infinità di esperienze ed emozioni senza dire o scrivere una singola parola. 

 

Anche il loro modo di guardare le fotografie e i video è differente. Visto che tutto è ormai condiviso sui social media, il piacere di guardare le immagini non nasce più da un momento privato, ma dall’esperienza, pubblica, del condividerle. Pubblicando immagini di amici in maschera, selfie e video da feste ed eventi, gli share natives trovano nuovi amici. Tutto viene condiviso in tempo reale e senza limiti spaziali.

 

I giochi e le app per gli smartphone hanno contribuito a diffondere le possibilità di provare e vivere mondi virtuali, rendendoli molto più immediati. Basta anche una breve pausa agli share natives per aggiornare i loro profili social o giocare, mentre sofisticatissime mappe e GPS ridefiniscono il senso dello spazio virtuale e reale.

 

I telefoni, pensati per comunicazioni one-to-one, sono stati sostituiti da app per smartphone che consentono conversazioni di gruppo. La maggior parte di questi servizi è gratuita, così gli share natives possono starsene comodamente seduti a casa propria e chattare con amici di ogni parte del mondo con la stessa facilità con la quale i loro genitori si riunivano per una festa tra vicini di casa.

 

Teatro for Dayz - l’auto per condividere le emozioni

 

Essere connessi con i propri amici è fondamentale per gli share natives. Gli adulti restano ancora perplessi di fronte ai giovani  assorti nei loro smartphone, ma è così che oggi le nuove generazioni vivono la loro esistenza.

 

Nissan si è interrogata a lungo su che tipo di automobile possa attrarre gli share natives. La risposta è Teatro for Dayz: una piattaforma grazie alla quale gli share natives possono giocare, creare, comunicare e condividere le proprie esperienze ed emozioni.

 

Per chiunque, a prescindere dall’età, l’entusiasmo che un veicolo può trasmettere è strettamente legato all’esperienza di guida. Fino ad oggi Nissan si è concentrata sulle aspettative di guida di un target nato nel XX secolo: raggiungere posti nuovi, godere di una vettura comoda e lussuosa, esplorare nuove sensazioni di guida, lasciarsi entusiasmare da grandi prestazioni. Con Teatro for Dayz Nissan si rivolge, invece, direttamente agli share natives. Un’auto che è al tempo stesso un radicale superamento del passato e una entusiasmate visione del futuro, una tela bianca sulla quale gli share natives potranno creare, vivere e condividere esperienze. Teatro for Dayz sarà dunque una piattaforma di lancio per l’immaginazione e una fonte di ispirazione, la prima auto in grado di catturare i cuori e le menti della prossima generazione di automobilisti.

 

Note: I dati relativi all’utilizzo di Internet e di altri mezzi di comunicazione sono estrapolati dalla “Communication Usage Trend Survey” del Ministero degli Affari Interi e della Comunicazione del Giappone.

Pubblicato da Nissan